8 Segnali sul futuro del lavoro: #4 LA COMPLESSITA’ DEL LAVORO NELL’ERA DELLA TECNOLOGIA

Quali sono i trend del mercato del lavoro nel mondo? Quali sfide dobbiamo affrontare nei prossimi 20 anni e come possiamo prepararci in qualità di manager/ datori di lavoro/società di executive search? Abbiamo seguito l’intervento di Santiago Garcia, tra i fondatori del Future for Work Institute, osservatorio spagnolo sul futuro del lavoro e della gestione delle risorse umane. Ci ha fatto riflettere sui possibili scenari del mercato del lavoro nel corso dei prossimi decenni, scandagliando l’evoluzione in atto in ambito economico, tecnologico e sociale.

#4 LA COMPLESSITA’ DEL LAVORO NELL’ERA DELLA TECNOLOGIA

Il mondo del lavoro sta rapidamente e profondamente cambiando: se una volta alcune attività potevano essere considerate ripetitive ed alcuni impieghi definiti routinari, oggi la routine nel lavoro quotidiano non esiste più. A chiunque viene richiesta un’elevata variabilità di funzioni, la capacità di sostenere molteplici prestazioni.

La routine è stata ormai ampiamente assorbita dall’automazione e svariate analisi e statistiche sul futuro del lavoro ci dicono che entro il prossimo decennio gran parte delle occupazioni saranno automatizzate, in maggior misura quelle caratterizzate da attività ripetitive: non dobbiamo però pensare solo alla fabbrica e ad attività prettamente manuali, ma anche a ruoli professionali di alto contenuto intellettuale, dove la macchina sarà in grado di sostituirsi all’uomo. Pensiamo per esempio alla medicina dove la presenza di macchinari sofisticati sarà in grado di sostituire alcune attività di diagnostica ad alto valore aggiunto. Non si tratta pertanto di chiederci oggi quali saranno i ruoli che andranno a scomparire, ma piuttosto quali aspetti dei ruoli che rimarranno verranno sostituti dalla macchina. Prendendo sempre come esempio la medicina, stiamo andando nella direzione in cui sarà la macchina a giungere ad una diagnosi più efficace rispetto all’uomo, se propriamente alimentata con una gran quantità di dati. All’uomo resterà la vasta area della gestione emotiva del paziente, del supporto empatico nello spiegare le opzioni di trattamento e cura, attività che oggi sembrerebbero tutt’altro che delegabili ad una macchina…e così per la maggior parte delle professioni, tutte quelle attività che richiedono ascolto, interazione, empatia…insomma, tutta la sfera emotiva è ad oggi scarsamente automatizzabile…

La facoltà umana di servirsi dell’emozione, di gestirla e di sapersi calare nei diversi contesti è ingrediente chiave nel giudizio critico, nel problem solving creativo, nella comunicazione efficace, nella capacità di imparare e di adattarsi al cambiamento, abilità alle quali le macchine non sono oggi in grado di arrivare e forse non riusciranno ad emulare l’umano neanche in futuro.

È questo il set di competenze che le aziende ci chiedono di trovare nei candidati – trasversalmente a tutte le industries – : capacità di giudizio critico, comunicazione chiara ed efficace, abilità nel portare soluzioni a problemi complessi sono viste come le skills chiave, al di là dei successi negli studi o in performance professionali più facilmente quantificabili. A queste si aggiungono la capacità di adattarsi prontamente al cambiamento di contesto, la facilità nel prendere la decisione giusta e nel lavorare serenamente ed efficacemente nel team.

Sarà quindi sempre più un imperativo trovare il candidato che sappia interagire agilmente con la tecnologia, ma soprattutto che sappia agire laddove la tecnologia non può arrivare. Insomma, le cosiddette soft skills sembrano essere quelle più difficili da sistematizzare, quelle che continueranno a dare alla specie umana quel vantaggio competitivo rispetto alla macchina.

L’opera del selezionatore si fa sempre più ardua: come riconoscere i top performer in grado di gestire ruoli sempre più complessi? Gli assessment possono aiutare, ma non sono certo esaustivi…

Inoltre è sempre più evidente che la prestazione richiesta non è più valutabile individualmente, ma calata nel contesto in cui si esplicita. Un criterio fondamentale di cui tener conto già in fase di selezione è il contesto ambientale: lo stesso ruolo in due contesti ambientali profondamente diversi ci porta inevitabilmente a considerare candidature diverse.

 

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