ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA COMUNICAZIONE DURANTE LO SMARTWORKING
“Nella vita di tutti i giorni comunicare è come respirare…Il punto è: perché comunicare non è facile come respirare?”
In realtà, come sappiamo per esperienza diretta, la comunicazione è una delle capacità relazionali più sofisticate, perché rispecchia la complessità del processo di scambio tra persone che si trovano all’interno di un certo contesto. Quante volte ci sarà successo di pensare “chissà se ha capito veramente ciò che volevo esprimere?”, “mi sembrava di essere stato così chiaro e invece ha capito tutta un’altra cosa…”, “no scusa, non intendevo affatto dire che…”, e così via.
Bene, l’esperienza del lavoro a distanza stimola molte riflessioni sul modo in cui le persone comunicano e non solo circa i canali utilizzati (piattaforme, email, chat di gruppo, ognuna delle quali richiede uno linguaggio appropriato), quanto sugli apprendimenti che questi mesi di lockdown ci stanno offrendo sul tema dello stare insieme a distanza.
1. L’AFFETTIVITÀ
Un primo elemento riguarda l’affettività, ossia i fattori che hanno a che fare con i legami tra i membri del team di lavoro. “Si è soli, quando si è soli da soli… invece tutti noi siamo in una rete di isolamento che crea vicinanza.”
E quindi, di fatto, accade che ci si vede e si comunica di più per soddisfare il bisogno di appartenenza, per mantenere saldi i riferimenti, per pensare insieme a soluzioni, opportunità e tracciare nuovi obiettivi. Il ritmo degli incontri di gruppo, delle comunicazioni sulla chat del team, delle telefonate individuali è assiduo e questo intreccio spontaneo di relazioni è il sintomo evidente di una necessità condivisa. Una sorta di rinnovato patto di adesione.
2. ASPETTI TECNICI
Un’altra considerazione riguarda un aspetto tecnico della comunicazione tramite piattaforma. Durante le conference call le sovrapposizioni verbali creano interferenze che tecnicamente impediscono l’ascolto. Da qui, la necessità di rispettare l’ordine degli interventi, di porre attenzione a non interrompere, di utilizzare l’ascolto attivo, di rispettare i tempi sollecitando la sintesi e l’incisività degli interventi. La qualità degli interventi migliora e anche la durata dei meeting si attesta generalmente a 2 massimo 2,5 ore: il maggior focus sui contenuti e sull’ascolto reciproco sono fattori che ottimizzano i tempi e facilitano la ricezione degli interventi.
3. LE COMPETENZE
Infine una considerazione sulle competenze che agevolano la comunicazione a distanza. La profonda crisi che ci troviamo ad affrontare, fa emergere alcune competenze che hanno molto a che fare con la comunicazione. Tra tutte, l’assertività, intesa come la capacità di sostenere le proprie idee, esigenze ed emozioni senza prevaricare o rinunciare, nel rispetto delle idee, delle esigenze e delle emozioni degli altri. È necessaria una regia comunicativa costruita sulla consapevolezza, capace di bilanciare calma e cauto ottimismo, trasparenza senza generare ansie, ascolto e toni empatici anche nel dissenso, energia e garbo e anche un po’ di sana ironia. Un linguaggio verbale e non, che trasmetta inclusione, con l’obiettivo di co-progettare il futuro mantenendo quella vicinanza di cui tutti noi, oggi più che mai, abbiamo così bisogno.
a cura di Federica Artiaco