In un mercato del lavoro sempre più fluido, dove i percorsi professionali non seguono più traiettorie lineari e i cambiamenti sono all’ordine del giorno, i lavoratori sono chiamati a mettersi in discussione più volte nel corso della loro carriera.
Chi sta attraversando una fase di incertezza, crisi o transizione - magari perché non si sente pienamente realizzato o avverte il bisogno di fare chiarezza sul proprio ruolo, sulle proprie competenze e sul valore che il lavoro ha nella propria vita - può intraprendere un percorso di Career Coaching per ritrovare direzione, consapevolezza e motivazione.
Il Career Coaching nasce con l’idea di aiutare i leader - dai middle ai top manager - a mettere a fuoco la propria situazione di partenza e definire la traiettoria del proprio futuro professionale.
«È un percorso di crescita individuale che invita a guardare alla propria carriera con uno sguardo critico, per trovare nuovi stimoli e affrontare il cambiamento con rinnovata energia», spiega Simona Amati, Partner Development Solutions di Keystone Executive Search.
Un percorso che mette al centro la persona e il suo potenziale
Il Career Coaching è uno spazio protetto dove riflettere, mettersi in discussione ed esplorare nuovi modi di pensare e agire. È un percorso di sviluppo che permette alle persone di fermarsi e valutare la propria carriera in modo critico, per capire cosa funziona, cosa non le rappresenta più e quali nuove direzioni possono intraprendere.
A differenza di altre metodologie, il Career Coaching non fornisce soluzioni precostituite né indicazioni operative su cosa fare. È un processo che aiuta a comprendere meglio se stessi e il proprio rapporto con il lavoro, incoraggiando a rivedere convinzioni, abitudini e prospettive.
«L’obiettivo non è aiutare i manager ad apprendere qualcosa di nuovo, ma metterli nelle condizioni di riscoprire le proprie risorse e imparare a utilizzarle in modo diverso», spiega Simona Amati.
Ogni percorso di coaching è unico e personalizzato, perché costruito intorno alle esigenze specifiche della persona. Alcuni potrebbero aver bisogno di ritrovare l'entusiasmo perduto, di affrontare un momento di transizione o di incertezza, di ridefinire le proprie priorità professionali o di valutare nuove opportunità di carriera.
«Il Career Coaching non ti fornisce la soluzione preimpostata», sottolinea Amati. «Ti aiuta a vedere con maggiore chiarezza dove sei e quali possibilità hai davanti». È un lavoro di introspezione e di esplorazione che consente di fare ordine tra esperienze vissute, aspettative, desideri e strategie di azione.
Riaccende la motivazione, rafforza la capacità di orientarsi nel mercato del lavoro e, soprattutto, permette di ritrovare significato, direzione e senso nel proprio percorso professionale.
Il ruolo del Career Coach: attivare consapevolezze nuove per accelerare il cambiamento
Alla base di ogni percorso di Career Coaching c’è un dialogo trasformativo: un confronto aperto e libero da giudizi tra coach e coachee, che permette a quest’ultimo di osservare se stesso e il proprio modo di agire da una prospettiva nuova.
Attraverso domande mirate e feedback costruttivi, il Career Coach accompagna il coachee nella scoperta di sé e del proprio potenziale, facendo emergere insight nuovi e attivando risorse latenti.
«Il Career Coach non fornisce risposte, ma crea le condizioni perché il coachee possa trovarle dentro di sé», spiega Amati. «L’obiettivo? Stimolare il pensiero critico, la curiosità e la voglia di rimettersi in gioco».
Il compito del coach è facilitare una riflessione profonda sul modo di pensare, agire e prendere decisioni. Questo aiuta il coachee a leggere in modo più lucido il contesto in cui si trova e a comprendere quali margini di azione ha davvero a disposizione.
Durante le sessioni di coaching, il Career Coach guida la persona in un percorso di scoperta, aiutandola a osservare le situazioni da angolazioni diverse, mettere in discussione schemi consolidati e aprirsi a nuove prospettive.
In questo senso, il Career Coaching diventa un’esperienza che allena alla flessibilità cognitiva: la capacità di considerare possibilità diverse e di accettare il cambiamento come parte naturale della crescita.
«Fondamentale in tutto questo è la relazione di fiducia tra le parti», sottolinea Amati. «Creare uno spazio protetto in cui il coachee può esprimersi liberamente, condividendo dubbi e fragilità, nella certezza di essere ascoltato e non giudicato, è importantissimo».
La fiducia è la condizione imprescindibile perché il percorso di coaching possa innescare una trasformazione reale: solo in un contesto sicuro, dove può raccontarsi senza timori, il coachee può mettersi in discussione, sperimentare e riconoscere quali cambiamenti deve attivare per evolvere nel proprio percorso professionale.
Le fasi chiave del Career Coaching
Il Career Coaching è scandito da tappe che aiutano il coachee a fare chiarezza su bisogni, risorse e possibilità. Come spiega Simona Amati, «ogni percorso è unico, perché unici sono il momento che la persona sta vivendo, la sua storia e i suoi obiettivi».
Si parte dall’analisi della domanda, una fase di ascolto e chiarificazione in cui il coach aiuta il coachee a mettere a fuoco le motivazioni che lo hanno portato a iniziare il percorso. È il momento in cui si comprende che cosa serve davvero, al di là della richiesta iniziale.
«Il nostro ruolo va oltre il supporto esecutivo, come la revisione di CV, la ricerca attiva di annunci o l'ottimizzazione dei profili LinkedIn», spiega Amati. «Oggi esistono infatti numerosi strumenti di Intelligenza Artificiale e servizi dedicati che aiutano a svolgere queste mansioni con grande efficacia. Il nostro lavoro – come Keystone – è ben diverso: è mettere la persona nelle condizioni di capire chi è, cosa vuole davvero, come può valorizzare il proprio potenziale e aiutarla a sperimentare nuove strategie».
Segue l’analisi dell’esperienza professionale, una fase di esplorazione in cui si invita il coachee a valutare la propria storia lavorativa adottando uno sguardo critico. Si riflette su competenze, pattern di comportamento ed esperienze vissute che hanno segnato il percorso. Questo esercizio aiuta il coachee a riconoscere i propri punti di forza, ma anche le aree di miglioramento.
È fondamentale prestare attenzione anche al network professionale, valutando le relazioni esistenti e la qualità dei contatti. Il Career Coaching permette di riconoscere il valore del networking non solo come leva di apprendimento e crescita, ma anche come strumento per accedere a nuove opportunità.»
A questo punto, si entra nella fase di sperimentazione attiva. Il coachee è chiamato a mettersi alla prova e trasformare in azione le intuizioni emerse durante il confronto con il coach. Questo significa uscire dalla propria zona di comfort e immaginarsi in contesti diversi, senza la pressione di dover prendere decisioni immediate. «L’obiettivo è mettere il coachee nella condizione di aprirsi a nuove possibilità di cambiamento», osserva Amati.
Il processo si conclude con una fase di monitoraggio delle esperienze, in cui si osservano i progressi fatti, si valuta l’impatto dei cambiamenti attivati e si rinforzano le nuove consapevolezze acquisite.
Autoconsapevolezza, motivazione e voglia di rimettersi in gioco: cosa cambia davvero dopo un percorso di Career Coaching
Attraverso il percorso di Career Coaching, la persona riscopre le proprie risorse, diventa più consapevole delle competenze che possiede e impara a leggerle in relazione al contesto in cui opera. È un esercizio che restituisce direzione e fiducia.
L’autoconsapevolezza permette di comunicare meglio se stessi. Quando si acquisisce una visione più lucida del proprio percorso e delle proprie potenzialità, si diventa capaci di raccontarsi in modo originale, valorizzando le esperienze vissute e il contributo che si è in grado di offrire. Questo è utile non solo nei momenti di transizione, ma anche per consolidare relazioni professionali basate su trasparenza, fiducia e riconoscimento reciproco.
Molti middle, senior e top manager descrivono il coaching come una spinta a muoversi, a uscire da situazioni di immobilità o di confusione, a tornare protagonisti della propria crescita professionale.
«Questo percorso innesca un cambiamento», racconta Amati. « Aiuta a superare uno stato di stallo e a riconoscere opportunità prima non viste». Il Career Coaching mette al centro la persona e la sua capacità di evolvere. «Non serve semplicemente a trovare una nuova posizione, ma a definire in modo autonomo la propria traiettoria professionale».